Provvedimento 9 giugno 2010

  • Emanante: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
  • Fonte: G.U.R.I.
  • Numero fonte: 159
  • Data fonte: 10/07/2010
Programma-obiettivo per l'incremento e la qualificazione dell'occupazione femminile, per il superamento delle disparita' salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti integrati di rete.

Thesaurus: Contributi finanziari, Lavoro atipico, Contratto a tempo determinato

Abstract:

Con il provvedimento del 9 giugno 2010 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso il Comitato nazionale di parità e pari opportunità nel lavoro, ha elaborato un Programma-obiettivo finalizzato a supportare l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile nell’ottica del superamento delle disparità di genere sia a livello salariale che di percorsi di carriera. Il provvedimento intende pertanto  promuovere  azioni positive all’interno di aziende e organizzazioni rivolte alle donne  e nell’ambito di interventi  di sviluppo locale e derivanti dalla programmazione negoziata. Il target dei beneficiari  comprende   donne occupate,  neolaureate e neodiplomate,  disoccupate, inattive, in cassa integrazione e/o mobilità, imprese femminili attive da almeno due anni:  I soggetti finanziabili sono idatori di lavoro pubblici e privati, le cooperative i centri diformazione accreditati, le organizzazioni sindacali, le associazioni.

IL PRESIDENTE del Comitato nazionale di parita’ e pari opportunita’ nel lavoro

Vista la legge 10 aprile 1991, n. 125, concernente «Azioni positive per la realizzazione della parita’ uomo-donna nel lavoro»;

Visto il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, concernente «Codice delle pari opportunita’ tra uomo e donna, a norma dell’art. 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246»;

Visto l’art. 10, lettera c) del predetto decreto ove si stabilisce che il Comitato nazionale per l’attuazione dei principi di parita’ di trattamento ed uguaglianza di opportunita’ tra lavoratori e lavoratrici di cui all’art. 8, primo comma del medesimo decreto, formuli, entro il 31 maggio di ogni anno, un programma-obiettivo nel quale vengono indicate le tipologie di progetti di azioni positive che intende promuovere, i soggetti ammessi per le singole tipologie ed i criteri di valutazione;

Visto il decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5, e in particolare l’art. 1, comma 4, lettera i-ter) ai sensi del quale il Comitato nazionale per l’attuazione dei principi di parita’ di trattamento ed uguaglianza di opportunita’ tra lavoratori e lavoratrici provvede, anche attraverso la promozione di azioni positive, alla rimozione degli ostacoli che limitino l’uguaglianza tra uomo e donna nella progressione professionale e di carriera, allo sviluppo di misure per il reinserimento della donna lavoratrice dopo la maternita’, alla piu’ ampia diffusione del part-time e degli altri strumenti di flessibilita’ a livello aziendale che consentano una migliore conciliazione tra vita lavorativa e impegni familiari;

Visto il decreto interministeriale 15 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 132 del 9 giugno 2001, concernente «Disciplina delle modalita’ di presentazione, valutazione e finanziamento dei progetti di azioni positive per la parita’ uomo-donna nel lavoro di cui alla legge 10 aprile 1991, n. 125», successivamente modificato dal decreto interministeriale 22 settembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005;

Visto il decreto 23 maggio 2008 concernente «Delega di attribuzione del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per taluni atti di competenza dell’Amministrazione, al Sottosegretario di Stato sen. Pasquale Viespoli»;

Considerato che le caratteristiche del programma-obiettivo riguardano: un investimento qualitativo su un numero piu’ limitato di progetti di azioni positive; la ripresa di azioni positive all’interno delle aziende e delle organizzazioni rivolte alle donne entrate in questi ultimi anni nel mondo del lavoro; la promozione di azioni positive nell’ambito di interventi di sviluppo locale e derivanti dalla programmazione negoziata;

Considerato che per quanto riguarda gli aspetti di qualita’ e la necessaria ottica di genere e’ essenziale incidere sui fattori che creano condizioni di disparita’ al fine di eliminarli per favorire la permanenza, il consolidamento e l’avanzamento professionale delle donne attraverso:

azioni di sistema che tengano conto del complesso contesto in cui le donne agiscono;

azioni intensive che continuino nel tempo;

azioni innovative rispetto agli obiettivi che si vogliono perseguire;

azioni di sistema che tengano conto delle indicazioni della strategia di Lisbona, del Piano Italia 2020 e della Carta delle pari opportunita’;

Il Comitato nazionale di parita’ e pari opportunita’ nel lavoro formula per l’anno 2010 il «Programma-obiettivo per l’incremento e la qualificazione della occupazione femminile, per il superamento delle disparita’ salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete.».

Si tratta di azioni positive che hanno l’obiettivo di:

1) promuovere, al proprio interno, la presenza delle donne negli ambiti dirigenziali e gestionali mediante la realizzazione di specifici percorsi formativi volti all’acquisizione di competenze di vertice e/o di responsabilita’ e l’attuazione di buone e nuove prassi per un piano di concreto inserimento nelle strutture esecutive. Il piano va validato da lettera di impegno del legale rappresentante. Per gli organismi di carattere elettivo non e’ vincolante la stesura del piano di inserimento, bensi’ viene richiesta l’individuazione di azioni positive per aumentare la rappresentanza di genere. Destinatarie/i delle azioni sono: occupate/i, iscritte/i, associate/i;

2) modificare l’organizzazione del lavoro, del sistema di valutazione delle prestazioni e del sistema premiante aziendale, adottando la certificazione di genere, sperimentando nuove prassi per favorire la conciliazione e attuando azioni integrate che producano effetti concreti misurabili e documentabili in termini di: superamento delle discriminazioni di genere; superamento del differenziale retributivo tra donne e uomini; progressione delle carriere femminili anche per un’equa distribuzione degli incarichi; adozione della strategia comunitaria in materia di occupabilita’ femminile con i criteri di flessicurezza; adozione di strumenti di valutazione e di autovalutazione nei sistemi organizzativi aziendali per misurare e valutare i livelli di attuazione di politiche di pari opportunita’ (certificazione di genere). I progetti dovranno prevedere almeno due delle azioni sopraelencate. Destinatarie/i delle azioni sono: occupate/i;

3) sostenere iniziative per: a. lavoratrici con contratti di lavoro non a tempo indeterminato in particolare giovani neolaureate e neodiplomate. Le azioni proposte dovranno mirare a stabilizzare la situazione occupazionale, in una percentuale non inferiore al 50% delle destinatarie dell’azione, favorendo anche la crescita professionale e implementando percorsi formativi qualificanti, che ne migliorino le competenze e l’occupabilita’. La stabilizzazione va effettuata entro i termini di chiusura del progetto; b. disoccupate, inattive, in cassa integrazione e/o in mobilita’, con particolare attenzione a quelle di eta’ maggiore di quarantacinque anni. Il progetto puo’ essere proposto da aziende, o per conto di aziende, o da quanti intendano effettivamente attuare iniziative mirate all’inserimento e/o reinserimento lavorativo di almeno il 50% delle destinatarie di questo specifico target attraverso azioni di formazione, orientamento e accompagnamento. L’assunzione va effettuata entro i termini di chiusura del progetto; c. agevolare l’inserimento e/o il reinserimento lavorativo di donne attraverso azioni di formazione, di qualificazione/riqualificazione, orientamento e accompagnamento finalizzate all’acquisizione di competenze per la creazione di imprese da costituirsi entro i termini di chiusura del progetto. Destinatarie delle azioni sono giovani laureate e neodiplomate, lavoratrici in situazioni di precarieta’, disoccupate madri, donne di eta’ maggiore di quarantacinque anni, immigrate. I progetti dovranno prevedere solamente una tra le iniziative sopraelencate;

4) consolidare imprese a titolarita’ e/o prevalenza femminile nella compagine societaria attraverso: studi di fattibilita’ per lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e mercati anche in settori emergenti come la Green Economy; azioni di supervisione, supporto e accompagnamento secondo la tecnica del mentoring (imprenditori/imprenditrici che accompagnano altre imprenditrici), e con supporto all’accesso al credito; counselling alla gestione di impresa; formazione, mirata all’attivita’ che si intende svolgere, altamente professionalizzante rivolta alla titolare o alla compagine societaria; iniziative tra piu’ imprese femminili per la definizione e la promozione dei propri prodotti/servizi anche attraverso la fruizione in comune di servizi di supporto; la creazione e la promozione di marchi; la creazione di sistemi consorziati di distribuzione e promozione nel mercato. I progetti dovranno prevedere almeno due delle azioni sopraelencate. Destinatarie/i delle azioni sono: imprese femminili attive da almeno due anni (con documentazione camerale che lo attesti), preventivamente identificate e indicate nel progetto. E’ necessaria lettera di adesione al progetto in originale di ogni singola impresa partecipante;

5) Promuovere la qualita’ della vita personale e professionale, anche per le lavoratrici migranti, a partire dalla rimozione dei pregiudizi culturali, attraverso la rimozione degli stereotipi, in un’ottica di pari opportunita’, con azioni di sistema integrate che tengano conto delle indicazioni delle strategie comunitarie, che producano effetti concreti sul territorio (incidendo anche sui tempi delle citta’), concordate e attuate da almeno tre tra i seguenti differenti soggetti, (rete formalizzata da un protocollo di intesa sottoscritto dalle parti): associazioni di genere, organizzazioni sindacali, organizzazioni datoriali, enti pubblici, associazioni di migranti, ordini professionali. L’associazione femminile e l’ente pubblico dovranno essere obbligatoriamente tra i soggetti proponenti. Destinatarie/i delle azioni sono persone che risiedono nell’ambito del territorio/i di riferimento dell’ente pubblico.

I soggetti finanziabili sono i datori di lavoro pubblici e privati, le cooperative e i loro consorzi, i centri di formazione professionale accreditati, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, le associazioni.

L’invio del progetto puo’ avvenire anche in formato digitale utilizzando la Posta elettronica certificata (PEC). Ai progetti inviati in formato cartaceo deve essere allegato un CD-rom con il documento in formato digitale. La durata massima dei progetti non potra’ essere superiore a ventiquattro mesi. Il punto del programma obiettivo prescelto deve essere espressamente indicato dopo il titolo del progetto. La descrizione del progetto, articolato nelle sue varie fasi e comprensivo della scheda finanziaria, dovra’ essere contenuta in un testo massimo di venti pagine. Non possono essere presentati progetti da parte di enti pubblici sia come soggetti proponenti che come soggetti partner di una rete (di cui al punto 5) qualora essi non abbiano approvato il piano triennale di azioni positive: tale piano deve essere allegato alla domanda presentata. Nel progetto devono essere documentate le competenze specifiche del personale impegnato (in particolare formatori e mentor), rilevabili dai curricula allegati e firmati in originale. Gli accordi sindacali sulla cui base sono presentati i progetti devono essere allegati al progetto stesso. Nei processi formativi vanno definite le competenze in entrata e in uscita.

Tenuto conto delle risorse a disposizione e per poter soddisfare un maggior numero di proposte e’ previsto un tetto massimo di finanziamento per progetto di € 200.000,00. 

Roma, 9 giugno 2010

Allegato