Delibera Consiglio regionale 23 Dicembre 1991, n. 34/19

  • Emanante: 3
  • Regione: Abruzzo
  • Fonte: B.U.R.
  • Numero fonte: 15234
  • Data fonte: 23/12/1991
Oggetto: deliberazione consiglio regionale 29/20 in data 25.10.1991. piano annuale di formazione professionale 1992. chiarimenti.

Piano annuale formazione professionale anno 1992

Premessa

Riferimento per le azioni da realizzare nel 1992 e’ il piano pluriennale 1991/1993 da cui emergono due direttrici principali: a) accentuare la qualita’ degli interventi di formazione; b) diversificare gli stessi adeguandoli anche quantitativamente alla mutata domanda; c) dotare il “sistema” di metodologie e strumenti moderni per meglio finalizzare le azioni allo scenario socio-economico di riferimento. Il ruolo strategico, che e’ proprio della formazione professionale, deve sempre piu’ e meglio assecondare i ritmi di espansione dell’innovazione tecnologica che si registra in tutti i settori.

Va anche tenuto presente che, nella fase attuativa delle azioni programmate per il 1991, si e’ sempre piu’ accentuata una riduzione della domanda di formazione di primo livello e, contemporaneamente, e’ aumentata l’esigenza di offrire maggiori e piu’ diversificate opportunita’ di formazione all’accresciuta fascia di utenza di secondo livello. Tutte le attivita’ sono assoggettate alle normative legislative e regolamentari regionali. Prevalgono, comunque, specifiche norme nazionali e/o comunitarie per azioni finanziate dallo stato e/o dalla CEE.

Introduzione

Con il Piano regionale 1992 delle attivita’ di formazione professionale si intende operare verso una reale concretizzazione delle strategie e dei progetti delineati nel Piano triennale della f.p. 91-93 della Regione Abruzzo. Si intende costruire e perseguire con coerenza l’obiettivo di innovazione del sistema formativo regionale che, partendo dal progetto politico, interpreta e da’ risposte alle esigenze del territorio e dei settori, al cui interno, l’asse del progetto politico e’ dato dalle iniziative di innovazione del programmatori e strutturali e dalla qualita’ del prodotto formativo. Gia’ con il Piano 92 si intendono introdurre elementi di svolta nel modo di costruire il piano e concretamente fare formazione nella nostra Regione. Questi elementi si sostanziano nel definire con maggior forza e rigore gli obiettivi della programmazione in cui le politiche di sviluppo regionale, le politiche del lavoro e le politiche formative devono trovare la massima correlata espressione. In relazione a cio’ il Piano 92 introduce un approccio complessivo di intervento per “programmi” che esalta il sistema delle interconnessioni delle politiche, attribuisce centralita’ al momento programmatorio ed al ruolo della Regione rende piu’ agevole e mirato l’intervento dall’alto, introduce vincoli nuovi, costringe a scelte prioritarie, attiva finanziamenti con logiche fortemente finalizzate. In tale logica di finalizzazione dovranno essere elaborate le proposte formative, degli organismi proponenti. A questi ultimi viene quindi richiesta l’espressione di maggiori standards qualitativi nella progettazione degli interventi, nella realizzazione e nella valutazione degli stessi. Altro elemento di innovazione e’ riferibile al processo di valutazione ex ante ed ex Post dei progetti che trovera’ la massima espressione concreta nel progetto regionale “sistema delle verifiche valutazione e controllo nella f.p.” (Piano triennale 91-93). Si intende con cio’, gia’ nel Piano 92, rafforzare le procedure valutative dei progetti in termini di conformita’, efficacia ed efficienza, anche in relazione a precedenti interventi formativi gestiti dagli organismi proponenti. Nel contesto del Piano annuale 92 la Regione intende inoltre compiere una ulteriore tappa nell’innovazione del sistema, concretizzando quelle azioni trasversali di ampio respiro, atte a produrre adeguamenti strutturali e di qualita’ del sistema formativo regionale. Si fa riferimento al:

– Sistema informativo regionale della f.p.

– Sistema di verifiche, valutazione e controllo della f.p.

– Riorganizzazione dei Servizi dell’Assessorato della f.p.

– Riorganizzazione dei CC.FF.PP. Pubblici e convenzionati.

– Orientamento.

– Centri polo per la formazione e lo sviluppo.

1. Ambiti in cui sviluppare l’offerta

All’interno della pluralita’ e crescita dei bisogni formativi a cui il sistema regionale e’ chiamato a dar risposta si individuano ambiti di particolare valenza per lo sviluppo complessivo della realta’ socio-economica regionale. La Regione nell’anno 92, intende potenziare in particolare quegli interventi connessi ai nodi centrali dello sviluppo regionale e dell’occupazione. Nel presente documento si individuano percio’ come rilevanti, al fine di attivare interventi formativi anche sperimentali, i settori e gli ambiti critici in cui sviluppare l’offerta formativa.

1.1 Formazione nell’ambito dell’agricoltura e sviluppo rurale

L’agricoltura abruzzese si trova in una fase di trasformazione produttiva e tecnologica al fine di adeguare la produzione agli indirizzi stabiliti dalla nuova politica comunitaria e nazionale e regionale, tenuto conto delle potenzialita’ produttive del territorio e delle tendenze dei mercati nazionali ed extra. Gli obiettivi prefissati nel Piano di sviluppo del settore agricolo fanno riferimento al complessivo ammodernamento del settore, all’introduzione di nuove tecnologie, diversificazione e miglioramento qualitativo dei prodotti agricoli, nonche’ a favorire le attivita’ complementari ed il contesto organizzativo. La mancanza di strutture di trasformazione e commercializzazione rappresenta, ancor oggi, un grosso ostacolo per tutte quelle imprese che intendono mirare la propria produzione verso un mercato di piu’ ampio respiro. Occorre quindi sottolineare come le misure tendenti ad adattare le strutture di produzione, cosi’ come a migliorare la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali costituiscono elementi fondamentali per una strategia efficace di sviluppo rurale. Da queste direttrici generali deriva una considerazione di fondo che sposta l’attenzione verso la definizione di obiettivi che considerano l’agricoltura come un sistema complesso, strettamente integrato con l’ambiente, il comparto alimentare, l’innovazione tecnologica. Cio’ implica un’attenta analisi dei modelli i di organizzazione del lavoro agricolo, il potenziamento dei servizi finalizzati all’accrescimento della professionalita’ dell’imprenditore per favorirne l’inserimento qualificato nei sistemi produttivi e nel mercato. Sono richieste nuove figure professionali nei livelli tecnologici piu’ avanzati: agricoltura biologica ed integrata, tecnologie alimentari innovative, informatica per l’agricoltura. In particolare si intendono delineare nel presente documento le principali aree tematiche di intervento e le figure professionali di riferimento sulle quali attivare un insieme di interventi formativi per gli ambiti individuati.

1.1.1 Ambito delle produzioni agricole

In questo ambito, al fine di qualificare le produzioni e e mlzlatlve formative, vengono identificati i seguenti temi prioritari:

– lotta integrata e biologica nelle produzioni vegetali

– uso corretto della chimica in agricoltura

– sviluppo e valorizzazione dell’agricoltura biologica

– management aziendale finalizzato al recupero di efficienza economiche ed organizzative delle imprese agricole

– difesa idrogeologica del territorio

– tecnologie innovative.

1.1.2 Ambito della agroindustria (trasformazione e commercializzazione)

– trasformazione dei prodotti tipici regionali

– commercializzazione e valonzzaz1one dei prodotti tipici

– tecniche antinquinamento di impianti agroalimentari

– qualita’ dei prodotti e delle tecniche di conservazione nel settore agro-alimentare

– tecnologie innovative.

1.1.3 Ambito dell’agriturismo

Nell’ambito delle attivita’ che saranno realizzate per un armonico ed adeguato sviluppo dell’imprenditoria agricola, si collocano quelle azioni volte ad incentivare e valorizzare l’attivita’ agrituristica attraverso la qualificazione di “operatori agrituristici”. L’attivita’ agrituristica strettamente connessa allo sviluppo rurale, attua interventi che, attraverso la salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione dei prodotti tipici, delle tradizioni artigianali e del patrimonio edilizio rurale, consentono lo sviluppo del turismo sociale e favoriscono il rapporto tra citta’ e campagna, integrando nel contempo il reddito dell’imprenditore agricolo. L’attivita’ in oggetto sara’ attuata di concerto con il settore agricoltura della Giunta regionale nell’ambito delle rispettive competenze.

Tipologia formativa

In base alle aree tematiche individuate si prevede che il tipo di intervento formativo si articolera’ soprattutto sulla riqualificazione-aggiornamento delle figure che, ai vari livelli, sono gia’ inserite nel settore e sulla qualificazione di 1 e 2 livello per giovani da inserire nel mondo del lavoro.

1.2 Formazione nel settore industria e artigianato

L’industria abruzzese rappresenta una realta’ alquanto composita e differenziata al suo interno, in virtu’ dei molteplici profili imprenditoriali e dimensioni esistenti. In esso convivono aree dinamiche e aree arretrate, situazioni locali di autonomia e situazioni locali di dipendenza, episodi di sviluppo industriale a prevalente contributo di iniziative imprenditoriali medio piccole e iniziative industriali facenti capo a gruppi pubblici e privati. Occorre che l’offerta formativa tenga conto di queste differenziazioni territoriali e settoriali e risponda, con una attenzione tutta particolare, ai complessi problemi di natura dimensionale e tecnologia che le imprese piccole e medie stanno affrontando. Si evidenzia l’esigenza che le proposte di intervento siano decisamente finalizzate ai bisogni di professionalita’ dei settori e ai contesti del mercato del lavoro territoriali; prerequisito, questo, ritenuto determinante per l’efficacia e l’impatto degli interventi formativi. In questo ambito vengono considerate le esigenze di professionalita’ dei settori produttivi: meccanico, elettronico, tessile, abbigliamento, calzature, alimentare, ecc. Si fa qui riferimento, altresi’, alla realta’ artigianale della nostra Regione; verso questo settore, si pone l’esigenza prioritaria di valorizzazione e di conservazione del patrimonio culturale regionale. D’altra Parte Il variegato mondo dell’artigianato industriale e dei servizi (riparazione, manutenzione, i mestieri ecc.) necessita di strumenti per la costante riqualificazione, quali la formazione e l’aggiornamento professionale. In questo contesto generale vengono considerate le aree di professionalita’ relative alle funzioni aziendali trasversali, presenti in tutti o quasi i settori produttivi.

1.2.1 Interventi nell’area funzionale della produzione

A quest’area si connettono gli interventi volti a migliorare e potenziare le capacita’ del sistema produttivo. Fanno riferimento a quest’area interventi relativi alle professionalita’ connesse alla:

– Progettazione: progettazione impianti, sviluppo nuovi progetti, progettazione attrezzature di produzione.

– Organizzazione: tempi e metodi di lavoro, progettazione cicli di lavorazione, sicurezza macchiari e impianti;

– Pianificazione, programmazione della produzione; – controllo qualita’; – produzione; – manutenzione: pronto intervento e programmazione. I processi formativi previsti saranno supportati dall’utilizzo delle tecnologie avanzate. In questo senso possono essere considerate le tecnologie presenti nei diversi livelli gerarchici di automazione, di base, di cella, di processo e di gestione.

1.3 Interventi nell’area funzionale di amministrazione, finanza e controllo di gestione

Emerge qui la necessita’ che gli interventi formativi accanto ai compiti tradizionali in materia contabile – amministrativa e fiscale, tengano in giusta considerazione la focalizzazione di traguardi formativi intesi a fornire anche la capacita’ di definire obiettivi economici finanziari, aspetti rilevanti di gestione aziendale, competenze per il controllo degli adempimenti gestionali, nonche’ capacita’ di utilizzo delle potenzialita’ degli strumenti tecnologico informatici E.D.P. E di office automation. Alla luce di queste considerazioni occorre che i processi formativi considerino gli aspetti amministrativi, informatici e tecnologici tipici di questa area funzionale.

1.4. Interventi nell’area commerciale e marketing

Il mercato sempre piu’ competitivo e turbolento nel quale operano le diverse imprese presenti sul territorio, esprime l’esigenza di qualificare l’azione commerciale e distributiva, mediante la formulazione di adeguate politiche di prodotto e di mercato, di caratterizzare l’immagine globale e di professionalizzare le forme pubblicitarie. In questo contesto le proposte formative devono rispondere a tali esigenze e tendere a fornire delle conoscenze e delle abilita’ in grado di approntare e gestire le problematiche di natura strategica, operativa e di controllo tipiche di questa funzione. Sotto il profilo formativo le componenti trasversali che connotano le iniziative formative sono rispettivamente di natura organizzativo -funzionale (marketing, vendite), informativa e tecnologico – informatico.

Tipologie formative

Fanno riferimento a queste aree, interventi formativi di 2 livello, interventi di formazione sul lavoro, quali riqualificazione ed aggiornamento, e, per le figure medio-basse, interventi formativi di 1 livello, nonche’ la formazione per contratti di F/L.

1.5 Formazione in ambito informatico e tecnologico

La natura pervasiva delle tecnologie informatiche nelle sue componenti hardware e software, di base, di ambiente e applicativo, giustifica il valore trasversale di quest’area di professionalita’ a tutti i comparti e settori economici considerati. La priorita’ dell’intervento verso la diffusione e lo sviluppo tecnologico e’ fortemente sostenuta dalle scelte strategiche regionali di sviluppo, sostanziate nello stesso P.O.P. (programma operativo plurifondo) che ha assunto come obiettivi:

– l’incremento dello sviluppo tecnologico delle P.M.I. E delle diverse forme di trasferimento di know-how sulla base delle esperienze in corso in altre Regioni e paesi.

– l’individuazione di nuove tecnologie produttive basate su bioingegneria informatica, robotica e di processi finalizzati al miglioramento dell’ambiente, che consentono di ridurre la produzione di rifiuti particolarmente nocivi, derivanti dalle attivita’ produttive. L’incentivazione al trasferimento di tecnologie innovative a favore di comparti industriali tradizionali di grande importanza per l’economia regionale, con notevoli potenzialita’ di sviluppo (ad esempio agroindustria). L’incentivazione della ricerca e lo sviluppo nel settore delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni. E’ in questo contesto che dovrebbe realizzarsi la massima integrazione con gli istituti di ricerca, l’universita’ e il sistema delle imprese. E’ fin troppo ovvio vedere nell’informatica una delle tecnologie portanti sia nelle strutture di produzine e trasformazione, sia in quegli ambienti, che possiamo chiamare genericamente uffici, e ai quali fanno riferimento importanti funzioni di progettazione, ricerca, programmazione, controllo e gestione. La formazione professionale, quale strumento di sostegno dello sviluppo, puo’ agire da “vettore” di innovazione, selezionando aree prioritarie di intervento su cui far convergere risorse culturali, scientifiche, tecnologiche e finanziarie. In considerazione di quanto detto appare quindi necessario concentrare il massimo dell’attenzione sulle attivita’ formative riferite a figure professionali medio-alte gia’ occupate o alla ricerca della prima occupazione. A tale fine sembra opportuno individuare una “serie di tematiche” e di profili professionali su cui attivare interventi formativi per il 1992. In termini di mercato del lavoro si prevede che la domanda evolva verso professionalita’ sempre piu’ specialistiche, individuate secondo alcune tipologie:

– utenti professionalizzati e relativamente autonomi (esperto di office automation di telecomunicazioni, di grafica ecc.);

– specialisti (sistemisti, analisti, programmatori, addetti ai centri per i quali gli skills professionali possono essere indirizzati alle soluzioni di specifiche problematiche aziendali, o a determinate specializzazioni tecnologiche). Per queste figure e’ ipotizzabile un utilizzo in parte all’interno delle aziende, ma per lo piu’ si prevede uno sviluppo all’esterno come consulenti;

– programmatori addetti alla manutenzione e alla gestione operativa dei centri, fondamentali per garantire l’operativita’ dei servizi di informatica;

– programmatori a indirizzo tecnologico, rivolto essenzialmente a diplomati tecnici; il profilo individua un programmatore capace di operare in ambienti e problematiche software. Il target occupazionale e’ quello di sistemista in aziende utenti, o di programmatori in software-house specializzati in applicazioni a forte contenuto tecnico, quali CIM, integrazione CAD CAM, telecomunicazioni, programmazione al microprocessori per uso industriale ecc.

– progettisti con utilizzo di sistemi CAD. Queste tipologie rappresentano un’indicazione di massima su cui orientare le proposte formative, altre possono essere meglio elaborate e motivate, in ragione degli obiettivi, relativi alla diffusione e sviluppo delle tecnologie.

Tipologie formative

Fanno riferimento all’ambito informatico e tecnologico prevalentemente gli interventi di qualificazione di 2? livello post-diploma e post-laurea e interventi di riqualificazione-aggiornamento delle figure che, ai vari livelli, sono gia’ inserite nel settore.

2.4 Formazione nell’ambito del terziario avanzato

Lo sviluppo del terziario e’ considerato il principale creatore di nuova occupazione. Le previsioni circa gli anni a venire mettono in luce uno sviluppo futuro basato sulla ricerca scientifica e tecnologica e, piu’ in generale, sul terziario avanzato che produce servizi per l’impresa. Pur tuttavia il T.A. In Abruzzo stenta ad espandersi. In effetti questo non deve stupire se si pensa che lo sviluppo di un terziario avanzato e’ legato inevitabilmente ad un salto di qualita’ della societa’ e del comparto industriale. Moltissimi posti di lavoro, al contrario, sono creati ne terziario tradizionale. Ma le nuove professioni, al contrario, sono legate all’informatica e ai servizi per l’industria, sia alle nuove tecnologie, sia all’espansione dei nuovi servizi. Il terziario avanzato per la produzione include tutte quelle attivita’ di servizi tecnici (ricerca e sviluppo, studi tecnici, engineering, assistenza tecnica, ecc.), di servizi funzionali al successo commerciale dei beni prodotti (studi di mercato, marketing, promozione della commercializzazione all’estero ecc.), di servizi connessi agli investimenti in capitale umano ed alla sua gestione (selezione del personale, formazione, ecc.) e di servizi piu’ generalmente funzionali all’efficienza amministrativo-gestionale delle imprese (nuovi metodi organizzativi, consulenze gestionali, fiscali, finanziarie, informatica ecc.). Il terziario avanzato appare come, se non l’unico, il principale settore capace di creare, anche in prospettiva, occupazione. In Abruzzo lo stesso comparto presenta gravi arretratezze strutturali, pesanti squilibri funzionali e territoriali. D’altra Parte Il settore e’ assunto fra gli interventi prioritari nel Piano 92, consapevoli che, nel caso soprattutto delle piccole imprese, puo’ essere il T.A. A svolgere un ruolo trainante nell’innovazione della struttura industriale. La formazione professionale puo’ quindi agire da supporto ai processi di trasformazione e qualificazione di questo “settore”, privilegiando interventi che sostengono sia la nascita di nuove imprese che l’immissione sul mercato del lavoro di nuove professionalita’.

Tipologie formative

Fanno riferimento a questo ambito interventi formativi di 2? livello prevalentemente per utenze a forte scolarizzazione o alta qualificazione.

1.7 Formazione nell’ambito del turismo

Il turismo svolge senza dubbio un ruolo preminente nello sviluppo socio-economico dell’Abruzzo. Tuttavia emerge chiaramente come questo settore sia fortemente strutturato in termini di turismo tradizionale e, pur disponendo di un’offerta potenziale notevolmente qualificata e innovativa, per carenze infrastrutturali ed organizzative registra costantemente un numero relativamente basso di presenze. Nonostante le risorse naturalistiche, ambientali e storico-culturali possedute, l’Abruzzo non riesce ad affermare una propria offerta turistica di natura innovativa (es. Agriturismo, turismo congressuale, turismo sociale, turismo equestre ecc.). Il Piano di sviluppo regionale e il P.O.P. Ad esso connesso individuano una politica di sviluppo che si concretizza in un’azione organica e articolata finalizzata:

– alla Costituzione di servizio allo sviluppo, attraverso l’elaborazione degli strumenti programmatici, la promozione sui mercati, l’informatizzazione e la riqualificazione e formazione di personale;

– alla realizzazione di un “sistema turistico integrato”. Tale linea si propone lo sviluppo di un sistema turistico inteso come complesso di attivita’ produttive, commerciale, ricreative, che costituiscono l’insieme dell’offerta turistica, attraverso la riqualificazione e innovazione del sistema ricettivo esistente, adeguamento delle infrastrutture di servizio, creazione di ricettivita’ aggiuntiva, in particolare delle aree interne, e nelle forme innovative. La formazione professionale puo’ agire, sia per chi lavora gia’ nel settore, sia per i giovani che intendono accedervi, da acceleratore di processi di riqualificazione e innovazione. Si tratta di favorire l’acquisizione di una cultura gestionale della differenziata domanda turistica. In tal senso andranno privilegiati gli interventi formativi rivolti agli imprenditori e ai responsabili gestionali delle strutture alberghiere, nonche’ a soggetti che intendono inserirsi nel settore turistico con idee imprenditoriali innovative. Non va comunque trascurata la formazione di figure professionali di base.

Tipologie formative

Fanno riferimento a quest’ambito interventi formativi di 1? e di 2? livello, di aggiornamento e qualificazione per operatori inseriti nel settore, interventi di promozione-formazione di nuovi imprenditori.

1.8 Formazione nell’ambito ambientale e beni urbani e culturali

1.8.1. Ambiente

I problemi inerenti il territorio, l’ambiente, l’inquinamento, rappresentano dei temi che non solo non sono in contrasto con lo sviluppo economico, ma anzi rappresentano una spinta notevole per lo sviluppo economico e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Vengono considerati in questo settore anche le attivita’ relative alla gestione degli spazi verdi cittadini, dei parchi nazionali e delle nuove riserve naturali, ma anche l’eliminazione delle barriere architettoniche per gli handicappati, e ancora il controllo della qualita’ delle risorse idriche, la stabilizzazione dei suoli, la valorizzazione delle aree marginali. Inoltre, considerando l’accezione ampia del termine, nella cura dell’ambiente e del territorio si possono anche comprendere le attivita’ dei tecnici che operano nei servizi di protezione civile. La diffusione delle nuove tecnologie di misura e controllo dei parametri ambientali, di disinquinamento, di riciclo dei materiali e altre ancora, fa si che si possano presentare opportunita’ per chi, dotato di spirito imprenditoriale, decida di avviare una attivita’ autonoma. Nell’ambito del quadro delineato le criticita’ emergenti sotto il profilo formativo sono rappresentate dall’esigenza di professionalita’ a livello esecutivo, gestionale e di coordinamento in grado di effettuare la:

– conservazione, valorizzazione, controllo e ottimizzazione dell’ecosistema delle terre marginali;

– pianificazione integrata dello sviluppo: interazioni tra industria, agricoltura, turismo,

– controllo e disinquinamento dell’acqua, dell’aria, del suolo; cartografia ed elaborazioni cartografiche computerizzate;

– stabilizzazione del suolo; -telerilevazione;

– gestione delle risorse ambientali;

– pianificazione territoriale;

– gestione delle risorse idriche;

– depurazione delle acque di scarico e dissalazione dell’acqua di mare salmastra;

– utilizzazione delle terre marginali.

1.8.2 Beni urbani e culturali

L’esigenza di una politica ambientale riguarda anche il problema della tutela e della valorizzazione dei beni storici, culturali. Nel complesso dell’economia regionale e nazionale il settore della conservazione e restauro va riaffermando una specifica centralita’ rispetto al piu’ generale dibattito sulla qualificazione e lo sviluppo della citta’ e dell’ambiente. Tale opzione e’ esplicitata nelle scelte di programmazione della Regione e definita concretamente dallo stesso P.O.P.. E’ inoltre da sottolineare come sul mercato del lavoro vada accentuandosi una domanda sia di operai edili qualificati che di operatori altamente professionalizzati e specializzati nelle diverse tecniche di recupero e manutenzione di un tessuto edilizio non solo limitabile al patrimonio storico, bensi’ ampliato agli edifici costruiti ne dopoguerra con criteri ec.1lizi modesti e dotati di standards qualitativi non piu’ consoni alle attuali esigenze. Dai lineamenti di scenario settoriale e dalle tendenze interessanti le imprese e il mercato del lavoro, emerge un fabbisogno di figure professionali e di formazione a largo spettro. Sono configurabili inoltre interventi su “aree tematiche” e figure professionali che facciano riferimento alla conservazione di edilizia storica. Questa area si pone operativamente tra i restauratori specializzati in interventi su singole classi di materiali e le professioni scientifiche del restauro (chimici, fisici, microbiologi) e possiede un campo di azione piuttosto ampio dai musei, all’edilizia storica, al patrimonio monmentale; pertanto potrebbero prevedersi al suo interno diversi orientamenti specialistici. Alla gestione del recupero urbano le aree tematiche su cui attivare interventi possono riferirsi a fotogrammetria e rilievo, tecnica assicurativa e perizia tecnico-estimativa su immobili, disegno con utilizzo cad, elementi di recupero e ripristino edilizio.

Tipologie formative

Fanno riferimento ai settori interventi classificabili di 1? livello, di 2? livello (post-diploma e post-laurea), corsi di aggiornamento e riqualificazione per gli operatori del settore.

1.9 Formazione imprenditoriale in ambito della piccola e media impresa

Il maggior problema che limita la vitalita’ delle piccole imprese e’ soprattutto di natura manageriale, e’ necessario orientare l’imprenditore ad assumere uno stile ed una mentalita’ di direzione, anche attraverso il sostegno di una politica di formazione finalizzata a questo obiettivo. Emerge l’esigenza di contribuire alla trasformazione attraverso processi formativi rivolti agli imprenditori che sappiano fornire capacita’ di lettura dello scenario, di comprensione delle sue complessita’, di interpretazione dei fattori strategici e di governo degli strumenti gestionali. Stante la natura delle imprese minori, dato il coincidere del rapporto titolare/impresa, gli interventi e le azioni formative in termini progettuali, di contenuti, di metodologia devono caratterizzarsi per la forte finalizzazione agli obiettivi specifici di sviluppo delle aziende o del sistema di imprese su cui si vuole intervenire. In questo senso, riguardo alla progettazione di iniziative orientate alla formazione imprenditoriale saranno privilegiati interventi che contengono modalita’ innovative di approccio metodologico e didattico e si connettano con forme integrate di formazione/consulenza.

Tipologie di intervento

Fanno riferimento a questo ambito gli interventi formativi per imprenditori, classificabili come “formazione sul lavoro” e specificamente di aggiornamento e interventi di formazione imprenditoriale per giovani ad alta scolarita’.

1.10 Formazione nell’ambito socio-sanitario

Possono essere realizzati interventi nei limiti di cui all’art. 40 del vigente regolamento di attuazione delle leggi regionali sulla formazione professionale.

2. Tipologie di intervento

In relazione alle esigenze diversificate sul territorio ed in riferimento alle tipologie corsuali previste nel regolamento di attuazione delle leggi regionali sulla formazione professionale (n. 140 del 20.3.90), le tipologie formative per l’anno 1992 si articolano come segue:

2.1 Formazione di primo livello

Destinatari – giovani in uscita dalla scuola dell’obbligo o che ne siano stati prosciolti; adulti, occupati e non occupati privi di qualifica riconosciuta o in possesso di qualifica inadeguata. Intervento – quest’azione tende a far conseguire una qualifica legalmente riconosciuta a soggetti sprovvisti di una formazione di base che consenta loro di inserirsi nel mondo del lavoro. La durata dei singoli interventi puo’ variare da uno a quattro cicli ciascuno della durata massima di 600 ore. L’impostazione metodologica dovra’ prevedere di norma un’adeguata esperienza professionale in imprese o centri appropriati di durata non superiore a quella della formazione teorica. Nell’ambito della tipologia di intervento di i livello si prevede la progettazione e la realizzazione di azioni rivolte ai drop-out integrate da misure di accompagnamento quali azioni di orientamento, informazione, recupero scolastico, ecc.. Particolare cura in fase di progettazione dovra’ essere dedicata alla valutazione delle esperienze pregresse dell’utente e all’esigenza di privilegiare il rapporto di alternanza formazione-lavoro strettamente connessa all’inserimento lavorativo. Ambiti settoriali e operativi – vanno proposte qualifiche rispondenti alle caratteristiche socio-economiche del territorio e alla domanda del mercato del lavoro. Le qualifiche professionali dei corsi devono essere quelle previste dal Ministero del lavoro, dai CCNL di settore e dalle qualifiche di corrispondenza indicate dalla CEE. Le qualifiche che prevedono sbocchi occupazionali in forma di lavoro autonomo (anche se in prospettiva), dovranno prevedere brevi moduli formativi di sensibilizzazione e informazione del lavoro autonomo.

Fonti finanziarie

– Regionali

– Nazionali

– Comunitarie Q.C.S. (Quadro comunitario di Sostegno)

2.2. Formazione di secondo livello

Destinatario – soggetti occupati, disoccupati e/o inoccupati, cassintegrati, in possesso di diploma di scuola media superiore o di laurea e/ o di adeguata esperienza lavorativa nel settore di riferimento. Intervento – interventi formativi finalizzati all’acquisizione di competenze fortemente professionalizzanti ad intensa spendibilita’ sul mercato del lavoro. La durata dei singoli interventi puo’ variare in rapporto alle diverse esigenze connesse ai bisogni formativi aziendali e del mercato del lavoro. La formazione viene svolta prevalentemente attraverso moduli di natura teorica ed applicazione pratica in aule attrezzate e attraverso stages formativi di durata non superiore alla formazione teorica. Ambiti settoriali operativi – gli interventi coinvolgono tutti i settori operativi sia pubblici che privati. Si fa riferimento ai: 1) profili richiesti nella gestione della P.M.I quali, a nero titolo esemplificativo, esperti di controllo di gestione di P.M.I., esperti di pianificazione finanziaria, esperti nei servizi amministrativi gestionali, esperti in marketing, esperti in organizzazione e gestione delle risorse umane, ecc. 2) profili implicanti conoscenze e abilita’ concernenti l’uso corretto di strumentazione ad alta tecnologia, nei settori energia, ambiente, automazione industriale, intelligenza artificiale e i sistemi esperti, nuove tecnologie dell’informazione, nuovi materiali, biotecnologie, turismo, agricoltura, ecc. 3) profili diretti all’acquisizione di tecnologie trasversali a tutti gli ambiti settoriali, quali, a mero titolo esemplificativo, analisi, programmatori, tecnici di procedura automatizzata, manutentori e tecnici di macchinari e apparecchiature tecnologiche, ecc. Le qualifiche professionali dei corsi devono essere quelle previste dal Ministero del Lavoro dai CCNL di settore e dalle qualifiche di corrispondenza indicata dalla CEE.

Fonti finanziarie

– Risorse regionali

– Risorse nazionali

– Risorse Comunitarie: PIM e Q.C.S. (Quadro comunitario di Sostegno)

2.3 Aiuti alle imprese per l’assunzione di lavoratori giovani e adulti e di disoccupati di lunga durata

Destinatari – Giovani di eta’ superiore e inferiore ai 25 anni, con rapporto di lavoro a termine. Adulti e giovani disoccupati. Intervento – Si tratta di aiuti all’occupazione connessi alla nuova occupazione o alla trasformazione a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a tempo determinato. Questi interventi comprendono i costi della formazione sostenuta per l’attivazione dei contratti di “Formazione Lavoro”. Gli aiuti sono estesi anche alla creazione di attivita’ indipendenti ai sensi del regolamento CEE 3824/85 del 20.12.1985. Ambiti settoriali e operativi – multisettoriale e sostegno alla formazione di nuove imprese. Fonti finanziarie – risorse comunitarie: Q.C.S. (Quadro comunitario di Sostegno).

2.4 Riconversione e orientamento di lavoratori in cassa integrazione da oltre un anno, aggiornamento e riqualificazione in genere, interventi di tipo specifico di cui all’art. 6 del reg. Att. LL.RR. F.P.

Destinatari – impiegati, tecnici e operai occupati in aziende in ristrutturazione, con una professionalita’ non adeguata oppure non piu’ richiesta sul piano di lavoro. Operatori agricoli, lavoratori autonomi, aspiranti all’iscrizione in albi professionali. Intervento per lottare contro la disoccupazione strutturale di lunga durata prodotta da interventi di ristrutturazione o ammodernamento aziendale e’ necessario modificare l’orientamento del lavoratore, aggiornandone la professionalita’. L’attivita’ formativa e’ rivolta sia a trasferire la professionalita’ acquisita nelle precedenti esperienze lavorative, sia a fornire le competenze necessarie per la salvaguardia del posto di lavoro. In tale tipologia sono da ricomprendere anche le azioni di tipo specifico di cui all’art. 6 del reg. Di attuazione delle leggi regionali sulla F.P.. Ambiti settoriali e operativi – industria -Artigianato – Agricoltura – Terziario – Ambiente

Fonti finanziarie

– Risorse regionali

– Risorse nazionali

– Risorse comunitarie: Q.C.S. (Quadro comunitario di Sostegno).

2.5. Interventi a favore delle categorie deboli del mercato del lavoro (artt. 6 e 8 Regolamento regionale)

Destinatari – emarginati, handicappati, detenuti, extracomunitari, migranti e immigrati, tossicodipendenti e donne. Intervento – sono previsti interventi finalizzati all’inserimento sociale e occupazionale. Per favorire l’inserimento delle donne nei settori nei quali sono sottorappresentate, in particolare in quelli in via di sviluppo e a livelli superiori di responsabilita’ o per favorire l’avvio di attivita’ anche autonome, saranno realizzate apposite iniziative tenendo conto delle difficolta’ del mercato del lavoro e in raccordo con la stessa commissione regionale per le pari opportunita’. Ambiti settoriali operativi – multisettoriale, in particolare artigianato, turismo, servizi, agricoltura, cultura e tempo libero.

Fonti finanziarie

– Risorse regionali

– Risorse nazionali

– Risorse comunitarie: Q.C.S. (Quadro comunitario di Sostegno)

2.6 Corsi art. 9 l.r. 5.12.1979 n. 63 (corsi liberi)

1) l’art. 9 della l.r. 5 dicembre i979 n. 63 prevede che enti o associazioni, ancorche’ non convenzionati con la Regione possono organizzare corsi di formazione professionale previa formale autorizzazione da parte della Giunta regionale. Le iniziative di formazione professionale di cui all’anzicitato art. 9 possono concedere qualsiasi settore produttivo, sia che si tratti di lavoro autonomo che subordinato omero di prestazione professionale o di lavoro associato,purche’ rientranti nelle tipologie di attivita’ nella normativa vigente. Soggetti abilitati ad effettuare i corsi sono: enti, societa’, istituzioni e fondazioni, con esclusione delle persone fisiche. Requisiti essenziali per ottenere l’autorizzazione sono:

A) l’idoneita’ delle strutture e delle attrezzature in relazione alla tipologia dell’attivita’ ed alle norme di sicurezza ed agibilita’;

B) conformita’ della durata dei corsi, del profilo professionale e dei requisiti di ammissione degli allievi alle norme regionali;

C) rispetto, per il personale dipendente, del contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola privata e l’utilizzazione di personale aventi gli stessi requisiti professionali e culturali posseduti dal personale degli enti.

2) previsione dei corsi: con riferimento alle tipologie degli interventi formativi programmati nel triennio 1991-1993 e da realizzare presso le strutture pubbliche e aziende ed enti convenzionati, gli interventi di cui al citato art. 9 della l.r. N. 63/1979 seguono “a cascata” la quantificazione annuale delle altre attivita’, sulla base del “quadro di riferimento” e delle norme attuative contenute nell’articolo 35 del vigente regolamento sulla F.P..

3) la durata dei singoli interventi e’ raccordata a quella prevista da analoghe attivita’ che beneficiano del finanziamento pubblico.

Fonti finanziarie

– Costi a carico dell’utenza

2.7 Programmi europei per la formazione (P.I.C.)

La esigenza di qualificare il sistema formativo, di innovare la tipologia delle azioni formative qualificando l’offerta stessa sara’ perseguita, anche attraverso il ricorso alle nuove possibilita’ offerte dai nuovi programmi CEE. Si intende, in questo modo, porre una base di riferimento di piu’ alto contenuto qualitativo per il sistema formativo abruzzese, nella logica di renderlo adeguato alle richieste che provengono dal mondo del lavoro e della produzione e prepararlo alla sfida del mercato unico. In maniera particolare la Regione promuovera’ e coordinera’, coinvolgendo tutti gli attori del sistema formativo, in direzione delle tre iniziative comunitarie denominate:

– EUROFORM, che concerne la promozione delle nuove qualifiche professionali, delle nuove competenze e delle nuove opportunita’ di occupazione che il mercato unico dovrebbe generare;

– NOW, che ha come obiettivo quello di portare un contributo al problema dell’eguaglianza delle possibilita’ per le donne nel campo dell’occupazione e della formazione professionale;

– HORIZON, che concerne la possibilita’ di accesso al Mercato della occupazione dei Minorati e altri gruppi di svantaggiati.

Le caratteristiche delle azioni comunitarie comportano l’adozione di una strategia di riferimento per la loro esigibilita’ (e quindi per la possibilita’ di finanziamento) che contenga le caratteristiche di:

– dare una dimensione comunitaria alle azioni di Formazione professionale e di promozione dell’occupazione rendendo possibile la creazione e lo sviluppo di reti comunitarie nel quadro della valorizzazione delle risorse umane; – sviluppare pratiche Comuni di formazione e di inserimento professionale (azioni transnazionali), che permettono alle Regioni meno sviluppate della comunita’ di partecipare allo sforzo da realizzare a favore delle risorse umane nella prospettiva delle necessita’ a favore delle risorse umane poste nel Mercato unico. In questa ottica la Regione favorira’ la possibilita’ di costruire la transnazionalita’ e la compartecipazione: condizioni imprescindibili per il buon esito della operazione di riqualificazione del sistema formativo. La coerenza e la sinergia delle iniziative possono essere realizzate anche attraverso reti esistenti con i relativi settori di intervento che si possono cosi’ identificare e riassumere:

– EUROFORM con programmi e reti analoghe quali EUROTECNET,FORCE, PETRA, LEDA, ERGO.

– NOW, con i programmi e reti quali ILE, IRIS.

– HORIZON, con i programmi HELIOS, HANDYNET e di programmi con le persone svantaggiate.

Fonti finanziarie

– linee specifiche di finanziamento CEE

– risorse regionali

2.8 Attivita’ dei centri regioanli di FP

I centri regionali di formazione professionale sono attivati nel rispetto di leggi e regolamenti nazionali e regionali, nel quadro delle iniziative previste dal Piano poliennale della F.P. Per:

A – corsi di formazione aggiornamento e/o riqualificazione professionale in tutti i settori produttivi di beni e servizi sulla base di progetti elaborati dai C.R.F.P. Rapportati alle necessita’ del territorio;

B – corsi sperimentali;

C – attivita’ di orientamento professionale.

Gli interventi sono deliberati dalla Giunta regionale.

Il finanziamento delle attivita’ corsuali dovra’ prevedere costi per funzionamento delle strutture, per svolgimento corsi e per eventuale personale da incaricare a termine, tenuto conto delle voci di spesa autorizzate.

I responsabili dei centri regionali, nella loro qualita’ di funzionari delegati, sono autorizzati, ai sensi della l.r. 20.5.1982 n. 29, a gestire direttamente le seguenti spese:

1) appalti pulizia; 2) viaggi d’istruzione e visite aziendali; 3) canoni RAI; 4) manutenzione ordinaria locali e attrezzature: 5) noleggio beni, attrezzature e strumenti didattici; 6) vigilanza e verifica impianti; 7) materiale igienico-sanitario (pronto soccorso); 8) interventi di medicina preventiva anche a mezzo convenzione con l’ULSS; 9) stampati, cancelleria, articoli di ufficio ecc. 10) spese postali e telefoniche; 11) trasporto e facchinaggio; 12) condominiali, rifiuti solidi urbani, riscaldamento, acqua, energia e ettrica, gas; 13) assicurazione inail allievi e personale; 14) materiali e interventi di propaganda e pubblicita’ delle attivita’ del Centro; 15) acquisto cancelleria, testi, dispense, libri per biblioteca ed altro materiale didattico; 16) materie prime, materiale tecnico, utensili individuali, accessori tecnici per uso collettivo; 17) compensi per commissioni esami; 18) piccole spese varie (comprese eventuali spese per cerimonie come: chiusura corsi, consegna diploma, ospitalita’ e scolaresche in visita al Centro; ecc.); 19) rimborso spese trasporto allievi: il rimborso e’ effettuato a fronte di biglietto o abbonamento rilasciati da automezzi pubblici. E’ consentito rimborso forfettario di L. 40 per ogni chilometro percorso dalla sede del Centro al proprio domicilio e viceversa, nel caso in cui i biglietti o abbonamenti non consentano di accertare la spesa reale sostenuta e/o la linea utilizzata; 20) servizio mensa: per dipendenti regionali, a qualunque Titolo In servizio presso il Centro che per ragioni di opportunita’ desiderino fruire dei servizi della mensa, eventualmente funzionante, e’ consentito usufruire del solo pasto di mezzogiorno (fuori dalle ore di lavoro e comunque a norma dell’art. 29 della LR 35/84 e delle disposizioni impartite dal settore personale con nota n. 10954 del 28.5.1985), della stessa qualita’ di quello degli allievi e al costo di un terzo della spesa contrattuale che ne deriva a carico della Regione con l’esclusione di qualsiasi altra prestazione (prima colazione, cena e alloggio). I dipendenti appartenenti all’organico dei centri convittuali alberghieri possono usufruire, quotidianamente del servizio mensa, limitatamente alla seconda colazione o al pranzo, in rapporto alle esigenze di lavoro, tenuto conto delle atipicita’ dell’articolazione dell’orario di lavoro, nonche’ delle finalita’ del servizio di mensa mirato a costituire esercitazione didattica per gli allievi, fermo restando l’obbligo da parte del dipendente, di osservare un recupero pari ad un’ora qualora il pasto stesso sia consumato durante l’orario di servizio. I direttori dei CC.RR.F.P. Di che trattasi avranno cura, sotto la propria responsabilita’, di esigere eventuali quote per il servizio prestato e di trasferirle, periodicamente, alla tesoreria regionale; 21) borsa di studio: di importo pari a quelle ammesse per analoghi corsi affidati ad enti convenzionati; 22) impiego tempo libero: acquisti vari per pratiche sportive, ricreative, culturali, nonche’ per acquisto o noleggio di pellicole cinematografiche e prodotti per apparecchi audiovisivi; 23) indumenti di lavoro e di servizio ed eventuale corredo personale (quest’ultimo per i soli centri a regime convittuale): contributo forfettario da liquidare a fronte di acquisto motivato e accertato dalla direzione del Centro a seguito di probante documentazione per i soli istruttori e per il personale di servizio nonche’ per allievi nei limiti di seguito indicati. La somma erogata va restituita dal beneficiario in caso di cessazione, per qualsiasi motivo, dall’incarico o dalla frequenza prima del termine dell’attuale attivita’ corsuale:

Corsi convittuali

Allievi sala prima ammissione L. 300.000

Istruttori pratica sala L. 300.000

Allievi cucina alla prima ammissione L. 200.000

Istruttori pratica cucina L. 200.000

Allievi segreteria alla prima ammissione L. 400.000

Istruttori pratica segreteria L. 400.000

Allievi macellai, pasticceri e gelatieri alla prima ammissione L. 100.000

Istruttori macelleria, pasticceria e gelateria l. 100.000

Personale di servizio L. 100.000

Altri corsi convittuali

Allievi alla prima ammissione L. 50.000

Istruttori pratici L. 50.000

Personale di servizio L. 50.000

Altri corsi non convittuali

Allievi alla prima ammissione L. 50.000

Istruttori pratici L. 50.000

Personale di servizio L. 50.000

24) spese contrattuali per utilizzo immobili alberghieri; 25) interventi di orientamento professionale; 26) realizzazioni stages aziendali per allievi e docenti; 27) compensi ed oneri accessori, indennita’ di trasferta e rimborso spese di viaggio ad incaricati per singoli progetti; per speco interventi a carattere ordinario, sperimentale e innovativo; 28) spese per selezione allievi aspiranti.

Costo presumibile per l’anno 1992: L. 2.000.000.000

2.9 ulteriori attivita’

Spesa prevista L. X 1.000

La Giunta regionale e’ autorizzata ad attivare interventi di formazione professionale richiesti da:

A. Interventi rormatlv1 a carattere al urgenza;

L. 1 .000.000

B. Iniziative emergenti (rif. Art. 39 regolamento di attuazione Legge regionale di F.P.).

L. 1 .000.000

C. Finanziamento di provvedimenti amministrativi relativi a norme nazionali e/o regionali e di interventi non previsti dalla programmazione assistita dal F.S.E. 6.022.267 saranno, altresi’, attuate azioni di formazione professionale:

D. Per ipotesi di rilevante squilibrio locale tra domanda e offerta di lavoro, nei limiti di finanziamenti concessi dal Ministero del Lavoro ai sensi dell’art.26 della l.845/78: P.M. E per l’attuazione dei programmi di interesse comunitario (P.I.C..), con i finanziamenti concessi dalle autorita’ comunitarie e nazionali, salvo, eventuali, necessarie integrazioni compatibili con gli stanziamenti regionali destinati alla formazione professionale: P.M.

3. Attivita’ di innovazione del sistema della F.P.

Con il Piano annuale 1992 si rendono piu’ espliciti gli sforzi di innovazione in relazione all’opzione determinante del Piano Triennale 91-93 di incrementare la “Qualita’” nell’offerta indirizzandola verso una maggior capacita’ di risposta alla sempre piu’ accentuata velocizzazione dei mutamenti economici del mercato del lavoro, e delle sempre piu’ complesse trasformazioni organizzative e produttive che investono il sistema impresa anche nella specifica realta’ regionale; incrementare la “Qualita’” anche nel prodotto in termini progettuali, di contenuti, metodologici e gestionali e’ l’altra opzione determinante del piano. In connessione a questo processo di innovazione ed a esso fortemente funzionale, prendono concretezza gli interventi finalizzati alla trasformazione strutturale del sistema formativo regionale cosi’ come enunciato dal Piano Triennale 91-93. Il Piano annuale 1992 prevede, in tal senso, il prosieguo delle attivita’ gia’ programmate nel 1991:

A. Sistema informativo regionale della F.P., sistema delle verifiche, controllo e revisione organizzativa dell’Assessorato alla F.P.. Il sistema di informatizzazione e il quadro delle verifiche e controllo hanno come obiettivo principale di rendere piu’ efficace il processo di programmazione regionale ed efficiente il sistema gestionale. In sostanza di creare le condizioni strutturali, metodologiche e strumentali per un reale “governo” del sistema complessivo della F.P.

B. Omogeneizzazione offerta formativa e innovazione didattica.

Subordinatamente al finanziamento Ministeriale si svolgeranno attivita’ di analisi e progettazione finalizzate alla omogeneizzazione dei curriculum formativi delle figure professionali piu’ significative per lo sviluppo economico della Regione Il risultato di tale progettazione servira’ come riferimento nelle strutture formative a gestione diretta e indiretta e come “standards” per il sistema di controllo della qualita’ degli interventi formativi.

C. Riorganizzazione CC.FF.PP. Pubblici e convenzionati.

L’azione intrapresa e’ volta a proporre e attuare un modello organizzativo dei centri di formazione secondo approcci di indicatori di efficienza ed efficacia. Gli interventi di analisi e revisione organizzativa tendono a definire una sorta di “prototipizzazione” non gia’ da estendere pedissequamente a tutte le strutture operative regionali, ma da utilizzare come esperienza al r1temmento, rispetto a cui ciascuna unita’ potra’ e dovra’ indurre i necessari elementi di flessibilita’ in riferimento alle proprie specificita’.

D. Orientamento.

Per il 1992 e’ previsto il completamento dell’attivita’ di analisi, progettazione e sperimentazione su aree limitate relative al progetto orientamento gia’ deliberato e finanziato dalla Regione Abruzzo (l.r. 101 e l.r. 56) nell’ambito delle attivita’ connesse alla F.P. Si proseguira’ alla sistematizzazione delle esperienze e del modello acquisito e alla definizione del sistema orientamento a livello regionale.

E. Centri Polo.

Subordinatamente al finanziamento Ministeriale nei processi di innovazione del sistema informativo regionale si completa l’analisi di fallibilita’ e la progettazione dei Centri Polo per la formazione ed il sostegno allo sviluppo socio-economico regionale. La funzione dei centri polo e’ quella di progettare e realizzare interventi formativi altamente specialistici e innovativi in forma sperimentale e a effetto moltiplicatore e di trasferibilita’ a tutto il sistema. Nella propria funzione di supporto allo sviluppo, connette i propri interventi ai progetti strategici a valenza regionale e ai bisogni specifici della P.M.I. Abruzzesi erogando servizi di consulenza e assistenza tecnica altamente qualificati.

F. Misure di accompagnamento.

Con il termine “misure di accompagnamento” si intendono indicare l’insieme delle iniziative non direttamente finalizzate ai corsi di F.P. Ma attivita’ connesse relative alla definizione degli strumenti, delle metodologie inerenti i processi del sistema formativo e per garantire gli approfondimenti e la diffusione dei risultati di particolari sperimentazioni. Per il 1992 si prevede fra l’altro la definizione di un piano di ricerche specifiche al settore formativo, ricerche valutative e seminari di approfondimento.

4. Collocazione territoriale degli interventi e delle attivita’ a livello provinciale e ambiti settoriali a livello regionale

Allegato al file ale001203arlex.txt

Detti parametri vanno applicati anche per eventuali azioni finanziate a totale carico regionale. Per le attivita’ da realizzare presso i Centri regionali di Formazione Professionale i finanziamenti saranno disposti sulla base dei progetti di volta in volta autorizzati. Per le azioni cofinanziate con fondi Ministeriali (fondo integrativo speciale) si applicano le norme previste dagli stessi. Per i progetti formativi attuati nel quadro del programma integrato mediterraneo (P.M.I..) si applicano norme e procedure gia’ decise in sede di approvazione dei programmi stessi ed applicate nei decorsi anni. Per le attivita’ finanziate col concorso del F.S.E. Si applicano i regolamenti CEE. Pertanto, i finanziamenti per le attivita’ ricomprese nel Quadro comunitario al Sostegno (Q.C.S.) sono destinati alle seguenti voci di spesa:

Insegnanti 40%

Retribuzione tirocinanti 10%

Spese correnti 15%

Altre spese 35%

Le suddette ripartizioni non si applicano alle azioni di riqualificazione-aggiornamento e formazione/lavoro, al fine di consentire la corresponsione di un adeguato reddito ai tirocinanti. E’, pertanto, consentito lo storno di eventuali economie delle voci insegnanti (40%) e altre spese (35%) ad incremento della voce: retribuzione tirocinanti (10% ). Per le attivita’ finanziate dallo stato, anche se con la compartecipazione regionale, si applicano le specifiche norme nazionali vigenti. Si applica il disposto dell’art. 15 del vigente regolamento di attuazione delle leggi regionali sulla formazione professionale per le attivita’ finanziate a totale carico regionale e affidate al regime convenzionato. I finanziamenti, pertanto, sono destinati alle seguenti voci di spesa:

A) personale 70%

B) finanziamento attivita’ e struttura 20%

C) diritto della F.P. 10%

Per i centri regionali di F.P. Si rinvia allo specifico punto 2.8.

6. Criteri per l’affidamento dei corsi

L’attuazione dei corsi e’ realizzata:

A) direttamente nelle strutture pubbliche;

B) mediante convenzioni nelle strutture di enti, associazioni, cooperative, aziende indicati nell’art. 5 della legge-quadro 21 dicembre 1978, n. 845 e successive norme regionali. In secondo luogo, si terra’ conto di una serie di elementi idonei a configurare la capacita’ operativa del gestore e la sua affidabilita’, quali:

– l’esito delle visite ispettive sulle attivita’ svolte nell’anno immediatamente precedente;

– l’incidenza delle attivita’ svolte su quelle affidate, riferita all’anno precedente;

– il raccordo con le attivita’ aziendali e imprenditoriali testimoniato dalla messa a disposizione di strumentazioni tecnologiche avanzate;

– i risultati di impatto occupazionale riferiti alle precedenti attivita’ formative;

– la disponibilita’ di personale docente con contratto di lavoro a tempo indeterminato in possesso di titoli di studio e professionalita’ richieste dalle attivita’ da svolgere;

– la capacita’ progettuale dell’ente gestore, ove trattasi di attivita’ non progettate dalla Regione e/o da questa commissionata a terzi.

7. Presentazione delle proposte formative: contenuti e modalita’

Ogni iniziativa corsuale deve essere ideata, progettata e messa a punto in riferimento ad esigenze specifiche del mondo del lavoro, dei settori a cui fa riferimento e tenuto conto delle caratteristiche dei partecipanti. In tale ottica, ogni soggetto che proponga attivita’ formative dovra’ motivarle con un progetto che specifichi:

– le finalita’ dell’iniziativa e l’analisi dei bisogni in rapporto alle linee di programmazione dello sviluppo regionale, del settore di riferimento, e alle esigenze del mercato del lavoro;

– profilo professionale di riferimento

– tipologia di utenza, numero allievi – sede di svolgimelnto dell’azione

– tipologia di sbocco occupazionale e previsione di un impatto occupazionale

– gli obiettivi formativi

– contenuti

– articolazione del corso (struttura didattica, moduli, durata, stages, ecc.)

– metodologie adottate

– sistema delle verifiche e valutazione

– modalita’ di attuazione (personale impiegato, profilo esperti, modalita’ organizzative, ecc.)

– attrezzature e tecnologie adottate

– preventivo analitico del finanziamento richiesto (compreso nel Formulario di Richieste di Finanziamento).

Tutti gli interventi formativi dovranno prevedere la realizzazione di stage quale strumento di comprensione della realta’ lavorativa nonche’ di verifiche delle capacita’ operative acquisite. Lo stage in nessun caso puo’ essere di durata superiore al 50% della formazione teorica. Potranno essere presi in considerazione solo i progetti le cui qualifiche di riferimento sono quelle previste dal codice delle professioni elaborato dal M.D.L.P.S., dai CCNL, o dalla CEE.

Documentazione per la presentazione delle proposte di intervento

Gli enti e gli Organismi proponenti sulla base dell’art. 12 del Regolamento di attuazione delle leggi regionali sulla F.P. (20.3.90) dovranno predisporre la documentazione concernente le loro proposte formative e trasmetterle ai competenti uffici regionali complete di:

1. Progetto formativo, con tutti gli elementi espressamente indicati.

2. Formulario di richiesta di finanziamento predisposto dall’Assessorato alla F.P.

3. Schema di convenzione per l’anno formativo 1992, di cui all’allegato C. Del Reg.to Att.ne del LL.RR. Sulla F.P., previo adeguamento (ove necessario) dello stesso a norme regionali, nazionali e comunitarie a cura della Giunta regionale.

4. Dichiarazione di accettazione delle norme regionali e di quelle tecniche di cui all’allegato a del citato regolamento, salvo le norme differenziate contemplate per le imprese e i loro consorzi, per quanto non in contrasto con norme comunitarie e/o nazionali. Gli enti di F.P. Senza fini di lucro dovranno altresi’ presentare i formulari di preventivo costi secondo lo schema allegato B del regolamento di attuazione delle leggi regionali sulla F.P. (20.3.91). Ai fini dell’ammissibilita’ delle spese, e’ fatto obbligo a enti e organismi affidati di attivita’ finanziate col concorso comunitario e/o statale, di pubblicizzare adeguatamente, sia in fase promozionale (manifesti, locandine, inserzioni pubblicitarie, modulistica, ecc.) che in fase attuativa la provenienza dei finanziamenti.

(omissis)